Tomba di Giulio II ::

Nel 1505 Giulio II conferisce a Michelangelo l'incarico di realizzare una sepoltura monumentale da collocare all'interno della vecchia basilica di S. Pietro. Michelangelo progetta un monumento decorato con almeno quaranta statue, che per la sua grandiosità deve poter competere con i monumenti dell'antichità.
Michelangelo parte quello stesso anno per Carrara per scegliere con cura estrema i blocchi di marmo da impiegare nella costruzione.
I marmi giungono a Roma e sistemati sulla piazza di S. Pietro, ma Michelangelo dovrà in breve tempo apprendere che il Papa non ha più intenzione di costruirsi una tomba in vita.
Alla morte del Papa nel 1513, i lavori della tomba vengono ripresi secondo un nuovo progetto. Vengono lavorati da scalpellini appositamente giunti da Firenze i marmi della parte inferiore della Tomba e Michelangelo scolpisce alcune statue, tra le quali si possono ragionevolmente includere i due Prigioni oggi al Louvre.
Nel 1516 viene stipulato un nuovo contratto e modificato il progetto per la sepoltura. Il monumento viene adesso pensato addossato alla parete e aggettante nello spazio per soli tre lati. Michelangelo si reca di nuovo a Carrara per approvvigionarsi di marmi.
Ritornato a Roma, riprende il lavoro della tomba, ma dovrà interromperlo presto perché Leone X il nuovo Papa Medici, lo incarica di eseguire una nuova facciata della chiesa di S. Lorenzo a Firenze. Michelangelo accetta suscitando le prime severe rimostranze degli eredi di Giulio II.
Parte dunque per Firenze con la licenza papale di potersi dedicare anche in quella città al completamento della tomba. In questi anni scolpisce le statue rimaste poi a Firenze, i Prigioni dell'Accademia e la Vittoria di Palazzo Vecchio.
Dopo una faticosa trattativa si concorda un nuovo contratto nel 1532, secondo il quale l'artista si impegna a realizzare un monumento ben più ridotto di quello progettato nel 1516.
La nuova sepoltura sarà addossata a una parete del transetto di S.Pietro in Vincoli.
I lavori fervono all'arrivo di Michelangelo a Roma, ma l'artista viene di nuovo “precettato” dal nuovo papa Paolo III Farnese che lo obbliga a dipingere la facciata della cappella Sistina con una rappresentazione del Giudizio Finale.
Tanto il Papa che Michelangelo si impegnano a concludere la sepoltura appena finita la pittura del Giudizio. Nel Novembre 1541, terminato il Giudizio, Michelangelo è obbligato da Paolo III all' impresa della pittura della cappella Paolina in Vaticano.
Si arriva di nuovo a un accordo per concludere la sepoltura. Delle sei statue che si era impegnato a fornire nel 1532 Michelangelo ne scolpirà personalmente soltanto tre.
Sembra avere finalmente fine la “tragedia della Sepoltura” ma non è così. Michelangelo pensava fino all'autunno del 1541 di collocare nella tomba i due Prigioni già scolpiti nel 1514, ma pochi mesi dopo supplica il Papa di convincere i Della Rovere ad autorizzarlo a sostituirli con altre due statue che ha iniziato a scolpire.
Il duca di Urbino si opporrà a questa ennesima deroga dai patti contrattuali Le statue sono tutte collocate al loro posto nel 1545 e la vicenda sembra conclusa, ma la drammatica vicenda della tomba di Giulio II amareggerà gli ultimi anni di Michelangelo e rimarrà anche nell'esegesi michelangiolesca come l'ombra più cupa sulla vita e la carriera di Michelangelo.