VITTORIO EMANUELE II
DallAnnuario "del 125° anno dalla fondazione"
Anno 1768
Il liceo nasce in un certo qual modo come continuazione di un Istituto fondato da Ferdinando IV nel 1768 per consiglio del suo "illuminato " Ministro Bernardo Tanucci.
Esso fu allocato nei locali del Gesù Vecchio , abbandonati da Gesuiti dopo la soppressione della Compagnia di Gesù (3 novembre 1767)e fu denominato "Casa del Salvatore"
Durante il decennio di occupazione francese del Regno di Napoli , la Casa del Salvatore, con Decreto del 29 gennaio 1807 di Giuseppe Bonaparte , fu ribattezzata con il nome di Collegio del Gesù Vecchio e poco più tardi , con Decreto del 30 maggio 1807 pubblicato il 6 giugno , col titolo di Primo Real Collegio di Napoli .
Con Decreto del 28 febbraio 1812 di Gioacchino Murat il Primo Real Collegio di Napoli diventa Real Liceo del Salvatore.
Ferdinando IV al ritorno dalla Sicilia , diventato Ferdinando I Re delle Due Sicilie ripristina la Compagnia di Gesù e , lasciando i locali del Gesù Vecchio ancora al Real Liceo del Salvatore cede ai Gesuiti la chiesa del Gesù Nuovo.
Francesco I , succeduto a Ferdinando I , con Decreto del 15 settenbre 1826 cede ai Gesuiti anche il locale del Monastero di S. Sebastiano " perchè possano ripristinare in quella sede il loro Collegio Massimo " (sono i locali occupati attualmente dal Liceo Vittorio Emanuele II e dal Convitto Nazionale.
Anno 1860
G. Garibaldi , dopo essere entrato a Napoli come dittatore in nome di Vittorio Emanuele II il 7 settembre 1860 ,in data 11 settembre abolisce di nuovo lordine dei Gesuiti e dichiara nazionali i beni .
Poco dopo , il Prodittatore Giorgio Pallavicino decreta:
art. 1 - Un ginnasio per linsegnamento secondario , intitolato al glorioso nome di Vittorio Emanuele ,verrà aperto col primo giorno di gennaio 1861 , nel locale che fu Casa e Collegio dei Padri Gesuiti ;
art.4 - Le rendite del Salvatore , vengono addette alle spese del nuovo Ginnasio .
Anno 1861
S.A.R. Eugenio di Savoia Carignano ,il 18 febbraio 1861 emana una legge con la quale si riordina listruzione secondaria nelle province napoletane denominando Liceo Ginnasiale quello in cui si ripartiva listruzione classica di primo e di secondo grado .
Il 10 marzo 1861 avvenne linaugurazione del Liceo Ginnasiale Vittorio Emanuele .
La cerimonia si svolse nella chiesa di S.Sebastiano caduta improvvisamente nel 1941 e non più ricostruita.
1°) leggere, scrivere, abaco;
2°) grammatica latina, distinta in tre scuole;
3°) grammatica greca;
4°) Euclide e la dialettica;
5°) Sfera, Trigonometria e Geografia;
6°) Fisica sperimentale e Astronomia;
7°) Officii di Cicerone.
Queste " discipline" erano insegnate da " maestri laici", mentre da " maestri preti" erano insegnate:
1°) Catechismo e Teologia morale;
2°) Teologia dommatica;
3°) Storia sacra e profana;
4°) Liturgia.
Il Sopraintendente era di diritto l' insegnante degli Officii, le lezioni erano pubbliche e gratuite.Una volta istituita la "Casa del Salvatore" si pensò di annettere ad essa un Convitto per nobili giovinetti di disagiate condizione economiche. Non fu istituito contemporaneamente, ma con Decreto del 1770 furono stabilite le norme dell' ammissione dei convittori e del funzionamento del Convitto diretto da un Governatore (Rettore) laico.Nel 1777 nella "Casa del Salvatore" fu trasferita anche l' Università; poiché alcuni insegnamenti erano identici nella " Casa del Salvatore" e nell'Università se ne soppresse uno e se ne fondarono altri. Durante il decennio di occupazione francese del Regno di Napoli, la "Casa del Salvatore" con un Decreto del 1807 di Giuseppe Bonaparte, fu ribattezzata con il nome di Collegio del Gesù Vecchio e poi col titolo di Primo Real Collegio di Napoli.Con il Decreto del 1812 di Gioacchino Murat, la Casa del Salvatore diventa Liceo del Salvatore, e per volere di Ferdinando IV il corso di studi doveva durare otto anni e il Preside del Liceo doveva essere anche Rettore del Convitto. Nel 1860, Giuseppe Garibaldi, come dittatore in nome di Vittorio Emanuele II , abolisce l'ordine dei Gesuiti, nello stesso anno il Liceo del Salvatore e le scuole poste su via San Sebastiano. L'ingresso al Liceo era lo stesso del sagrato della chiesa omonima,un elegante portale in piperno che appartiene alla sistemazione seicentesca della chiesa.Il Prodittatore, sulla proposta del Direttore del Ministero di Pubblica Istruzione, decreta che sia costruito un ginnasio per l'insegnamento secondario, intitolandolo col nome di Vittorio Emanuele, che verrà aperto il 1° gennaio 1861, nel locale che fu Casa e Collegio dei Padri Gesuiti. Il nuovo Istituto è la continuazione naturale dell'antica Casa del Salvatore. Eugenio di Savoia Carignano, Luogotenente per le rovine napoletane, su proposta di Imbriani, emana nel 1861 una legge con cui si denomina Ginnasio l'istituto in cui s'impartiva l' istruzione secondaria classica di primo grado, Liceo quello in cui s'impartival 'istruzione classica di secondo grado e Liceo ginnasiale quello in cui simpartiva l 'istruzione classica di primo e secondo grado.
Il successo del liceo di S. Sebastiano,nei decenni che seguirono, favorì un progressivo aumento della popolazione scolastica. L'esigenza di nuovi locali portò alla nascita di vere e proprie succursali del liceo: l' Umberto, il Genovesi, il Vico, il Garibaldi e il Sannazaro che solo più tardi acquisirono piena autonomia giuridica. Tutti i Licei napoletani sono nati come succursali del Vittorio Emanuele; l' ultimo in ordine cronologico è stato il Liceo "Pansini" nel 1972.Nel 1863 il Preside Colamiatti potè ottenere due appartamenti che affacciano su Piazza Dante e ottenere il primo piano delle scuole . Il Preside Amicarelli, a lui succeduto, riordinò amministrativamente la scuola e costruì nuove aule . Al Preside Amicarelli succedeva il Preside Pucci , che creò la palestra scoperta e restaurò la palestra coperta già esistente . L inaugurazione avvenne nel 1899 con l' intervento del Principe di Napoli, poi divenuto re col nome di Vittorio Emanuele lll, ma la cosa più importante della Presidenza Pucci fu che il nostro Liceo fu prescelto a partecipare all' Esposizione Universale di Parigi del 1900.Nel 1915, l' anno della dichiarazione della prima guerra mondiale il nostro Liceo, guidato dal Preside Amorosi si adoperò per inviare pacchi-dono ai combattenti e a prestare assistenza ai feriti di guerra, ricoverati nel Convitto Nazionale, trasformatosi in ospedale militare. Alla fine della guerra, nel 1919, fu posta nel cortile di S. Sebastiano una lapide commemorativa dei gloriosi caduti, alunni di questo Liceo. Durante l' occupazione militare delle forze alleate, i locali furono occupati nel 1943 dagli inglesi; in quel periodo il Liceo rimase chiuso. Dopo la guerra il Liceo riaprì in via Pasquale Scura e potè rientrare nei propri locali soltanto nel 1946-47. Durante i suoi 136 anni di vita il Vittorio Emanuele ha avuto dei grandi professori che hanno contribuito a formare generazioni di professionisti che hanno reso glorioso il nostro Liceo. Fra i docenti più prestigiosi bisogna ricordare: Prof. Francesco Torraca, docente di Letteratura italiana nella Facoltà di Lettere dell Università di Napoli, Giuseppe Mercalli, Andrea Torre, Giovanni Gentile, divenuti ministri della P.I. Fra gli alunni dell istituto si devono ricordare:Francesco DOvidio, Nicola Zingarelli, Antonino Anile, Salvatore Di Giacomo, Ernesto Murolo. Fra gli alunni più recenti ricordiamo: Ceppaluni Giovanni, Riccardo Muti il grande direttore d orchestra, e Giuseppe Romano , Paola Gianì, Olga Barletta , Silvana Uccella, che sono stati o sono docenti del liceo.
Nel
cuore della città antica, appena un po’ fuori del tracciato della prima
murazione di età greca, a ridosso dei “luoghi sacri” in cui era il centro
della vita cittadina, il Vittorio Emanuele, il primo liceo laico della Napoli
postunitaria, ha rappresentato nella sua lunga vita uno degli osservatori
privilegiati della complessa realtà napoletana.
L'edificio
stesso in cui ha sede la scuola, a pochi passi da quell’ “angolo” della
Napoli antica, sul quale Benedetto Croce scrisse memorabili pagine, evoca
gloriose memorie della storia monastica napoletana che ci riportano indietro
nel tempo, ai primi insediamenti religiosi del VI secolo.
Monastero
basiliano e poi benedettino sotto il titolo dei santi Teodoro e Sebastiano nel
medioevo, e dal Quattrocento in poi abitato dalle monache di San Pietro a
Castello e denominato perciò dei santi Pietro e Sebastiano, dopo il
1826 fu incorporato nella grande insula della Compagnia di
Gesù e destinato ad accogliere le scuole esterne dei Gesuiti.
Con
il governo di Garibaldi e la soppressione dell'ordine dei Gesuiti, le scuole
confessionali furono “riaperte” come scuole laiche e municipali.
Nella
scomparsa chiesa di San Sebastiano, il 10 marzo 1861, avvenne la cerimonia di
inaugurazione, alla presenza dei luogotenente generale per le province
napoletane, il principe Eugenio di Savoia Carignano, del consigliere di
luogotenenza per la pubblica istruzione, Paolo Emilio Imbriani, del primo
preside rettore Raffaele Masi e dei professori da poco nominati.
La
nascita del Regio Liceo Vittorio Emanuele avveniva sullo sfondo di
una città che nel 1861 contava 447000 abitanti, prima città nel regno
e quarta in Europa per popolazione.
Nonostante
mantenesse ancora il prestigio di capitale morale e intellettuale del
mezzogiorno, dopo l’annessione plebiscitaria
del 21 ottobre 1860, l'ex capitale borbonica cominciava un lento
declino, assistendo al ridimensionamento del suo ruolo, per l’adeguamento
delle strutture sociali ed economiche alla nuova realtà imposta dalla
unificazione.
Tuttavia,
anche con la perdita delle sue funzioni di capitale, la città continuava ad
essere - specialmente nel centro antico - il luogo di residenza
dell'antica aristocrazia e della borghesia più ricca, a fronte di una parte
cospicua della popolazione pressoché analfabeta, priva di risorse, afflitta
dalla miseria più spaventosa.
In questo
quadro sociale così depresso, gli amministratori
napoletani puntarono soprattutto sull'istruzione pubblica, in
particolare su quella primaria, consentendo altresì, con la nascita di un
liceo municipale, la formazione delle nuove classi dirigenti, nel solco delle
tradizioni umanistiche della cultura napoletana
Il
successo del Liceo dì via San Sebastiano, nei decenni che seguirono, favorì
un progressivo aumento della popolazione scolastica che proveniva non solo da Napoli, ma anche dalle altre
province e dalle altre regioni, meridionali.
L’esigenza
dì nuovi locali portò alla creazione di vere e proprie succursali: l'Umberto,
il Genovesi, il Vico, il Garibaldi e il Sannazaro furono filiazioni dirette del
Vittorio Emanuele e soltanto più tardi acquisirono piena autonomia giuridica.
All'inizio
del Novecento, dei 2500 allievi che frequentavano le classi dei quattro licei
cittadini, più di mille erano iscritti al Vittorio Emanuele.
Lo
straordinario incremento, nonché i meriti didattici e scientifici
della scuola, valsero a far partecipare il Liceo Vittorio Emanuele e l'annesso
Convitto alla Esposizione Universale di Parigi del 1900, insieme con il
Liceo Cavour di Torino, il Garibaldi di Firenze ed il Visconti di Roma.
Nel
nostro secolo, nel bene e nel male, la scuola è stata specchio fedele della
città e della sua storia. quando, tra la fine degli anni Sessanta e i primi
Settanta, il processo di democratizzazione della scuola italiana è
giunto al suo culmine, il Liceo di via San Sebastiano ha lasciato
definitivamente alle spalle quelle prerogative di scuola elitaria e selettiva,
riservata alla borghesia delle professioni.
Ancora
oggi , le pietre , le volte , le epigrafi celebrative e quelle che ricordano
gli allievi caduti nella Grande Guerra , testimoniano le radici remote e recenti di questa scuola, quasi a dare la percezione
delle tante generazioni che si sono avvicendate, nel corso degli anni, nelle
aule, tra i banchi.
Forte di una tradizione culturale che ha visto tra i docenti dei passato i nomi illustri di Francesco Torraca, Andrea Angiulli, Luigi Miraglia, Gìuseppe Mercalli, Andrea Torre, Giovanni Gentile, Pietro Fedele, Vittorio De Falco, Mario Santoro, Francesco Albergamo e tanti altri ancora, la scuola annovera tra gli allievi più celebri Francesco D’Ovidio, Girolamo Vitelli, Antonio Sogliano, Nicola Zingarelli, Antonio Anile , i Fratelli Scarfoglio, le sorelle Croce, Alfonso De Franciscis, e ricorda con particolare orgoglio Giuseppe Moscati, lo scienziato divenuto santo, i poeti Salvatore di Giacomo, Rocco Galdieri, Eduardo Nicolardi ed Ernesto Murolo, i maestri Riccardo Muti e Roberto De Simone.
(Enrico
Calamaro, da Le strade di Napoli , Roma 1993)