LICEO GINNASIO STATALE “VITTORIO EMANUELE II”

CHIESA E MONASTERO DI S.SEBASTIANO

 

 

IL COMPLESSO DELLA CHIESA (CHE SI ERGEVA IN FONDO AL CORTILE) E DEL MONASTERO (COSTITUITO DAGLI EDIFICI LATERALI) HA UNA NOTEVOLE IMPORTANZA PER LA STORIA RELIGIOSA, ARTISTICA, CULTURALE E CIVILE DELLA CITTÁ

 

IV SECOLO                Un’antica tradizione faceva risalire a Costantino Magno la fondazione della chiesa fuori le mura greco-romane la cui porta occidentale, detta Donnorso o Ursitata, era collocata tra piazza Bellini e il Conservatorio.

 

VI SECOLO                Papa Gregorio Magno attestò che il monastero greco di S.Sebastiano fu fondato da tal Romano Dynasta nel 598 e ne dispose l’intitolazione ai santi Erma Sebastiano Ciriaco e Pancrazio. Era retto dall’abate Adeodato.

A Napoli convissero due culture monastiche e due lingue, greca e latina, fino al sec.XI. L’ultimo documento greco firmato dall’igumeno Nicodemo è del 1127; il primo in latino, firmato dall’abate benedettino Bonifacio, è del 1132.

 

VII SECOLO               Si trasferirono nel convento i monaci basiliani che avevano lasciato la chiesa dei SS. Nicandro e Marciano ad Aglae e alle sue compagne perché vi seppellissero e custodissero il corpo di S.Patrizia.

 

X SECOLO                 Il convento, ampliato dai monaci, viene detto, in documenti dal 913 al 938 “S.Sebastiano in viridario”, perché si trovava tra i giardini fuori le mura.

 

XI SECOLO                Dal Castro lucullano (Pizzofalcone e isola Megaride) si trasferirono nel convento anche i monaci del convento dei SS. Sergio e Bacco, i cui corpi furono collocati sotto l’altare maggiore.

 

ANNO 1301               La regina Maria, moglie di Carlo II  d’Angiò,  ottenne da Papa Bonifacio VIII  il trasferimento a S.Sebastiano dei monaci del convento di S.Pietro a Castello (Castel dell’Ovo), che fu assegnato alle monache domenicane. Nello stesso tempo il complesso di S.Sebastiano, insieme ad un vasto giardino, fu racchiuso nella cinta urbana a seguito dell’allargamento delle mura disposto da Carlo II d’Angiò. Nel torrione di S.Sebastiano fu aperta, poi, l’attuale Port’Alba nel 1625 dal viceré Antonio Alvarez duca d’Alba.

 

ANNO 1427               La regina Giovanna II ottenne da Papa Martino V il trasferimento delle monache da S.Pietro a Castello, saccheggiato dai catalani di Alfonso d’Aragona, a S.Sebastiano, dove era restato un solo monaco.

                                   Ne derivarono, perciò, un’unica intitolazione ai SS.Pietro e Sebastiano ed un’unica insegna: un castello con due chiavi pontificie e due frecce. Una vasta ristrutturazione fu attuata nel periodo durazzesco (Ladislao 1386-1414 e Giovanna II 1414-1435) e catalano, di cui restano i capitelli (visibili nel liceo) ed il piano inferiore del chiostro di pertinenza del Convitto. Un ampliamento avvenne per opera di Maria Francesca Ursini (1460-1464).

 

ANNI 1527-1528       Per l’assedio delle truppe di Lautrec le monache furono costrette ad abbandonare temporaneamente il convento, troppo vicino alle mura.

 

ANNI 1630-1670       Le monache affidarono un rifacimento totale del complesso ai maggiori artisti del tempo (Fanzago, Lazzari, Picchiatti).  Fu di Giuseppe Donzelli, detto fra’ Nuvolo, converso domenicano il disegno della chiesa a pianta ellittica, quasi tutta coperta da una grande cupola, già visibile dal Mercatello nel quadro di Micco Spadaro sulla peste del 1656. Furono incorporati nella nuova struttura alcuni pilastri con capitelli e la cripta durazzesca.

 

ANNO 1647               Il convento e il giardino per la vicinanza alle mura e a Port’Alba furono teatro di uno degli scontri più violenti tra i lazzari di Masaniello e i soldati spagnoli.

 

ANNO 1710               Nuova consacrazione della chiesa da parte del cardinale Francesco Pignatelli dopo la riparazione dei danni dei terremoti del 1688 e del 1694.

 

ANNO 1765               L’ampia pianura sottostante le mura fu denominata, nel tempo, in vari modi: Largo di S.Spirito, del Mercatello e Foro Carolino da Carlo III di Borbone, una statua del quale doveva essere collocata nel nicchione al centro dell’emiciclo disegnato da L.Vanvitelli nel 1757, la cui costruzione terminò nel 1765.

 

ANNO 1807               Soppressione del convento da parte di Giuseppe Bonaparte.

 

ANNO 1808               Allogazione in esso del Real Collegio di musica di S.Sebastiano.

 

ANNO 1820               Adattamento della chiesa ad aula parlamentare durante il “nonimestre costituzionale” (6 luglio 1820-23 marzo 1821).

 

ANNO 1821               Alloggiamento di truppe austriache, in coabitazione con i musicisti.

 

ANNO 1825               Francesco I Borbone con decreto del 15 settembre liberò il complesso dalle truppe, assegnandolo alla Compagnia di Gesù e trasferendo i musicisti a S.Pietro a Majella. I Padri, dopo impegnativi lavori di riattazione, vi aprirono le scuole esterne e un convitto dei nobili con un ingresso indipendente, dall’attuale piazza Dante, ricavato nel 1835 all’interno del nicchione centrale.

 

ANNO 1860               Soppressione della Compagnia da parte di Garibaldi e destinazione dei loro beni e locali al futuro liceo.

 

ANNO 1861               Il 10 marzo Paolo Emilio Imbriani, consigliere di luogotenenza per la pubblica istruzione, inaugurò il liceo-ginnasio V.Emanuele II con annesso convitto.

 

ANNO 1871               L’attuale piazza Dante prese il nome dal nostro poeta nazionale, la cui statua, opera di Tito Angelini, vi fu collocata grazie ad una sottoscrizione alla quale parteciparono anche i professori e gli  alunni del nostro liceo.

 

ANNO 1901               Separazione dal liceo del convitto che fu reso autonomo.

 

ANNO 1941               Crollo della cupola e di alcuni pilastri (5 maggio 1941). Negli anni cinquanta furono rimosse le macerie. L’altare maggiore e le sedici lesene furono rimontate nella vicina chiesa di S.Maria della Stella. Alcuni elementi architettonici con marmi intarsiati sono esposti nel liceo.