Una donna in pelliccia fruga nel cassonetto…di Oriana Pagliarone

                                                                               

Non mi avete riconosciuta? Vista di spalle sembro un’ elegante signora in pelliccia che fruga nel cassonetto dei rifiuti?

Sì, vero? Invece sono proprio io, la barbona che gironzola in questo quartiere per racimolare qualcosa da mangiare! Perché così elegante? È una storia divertente, ora ve la racconto.

Stavo, come al solito, vicino ai cassonetti della spazzatura, quando vedo avvicinarsi una donna in pelliccia, che, senza degnarmi di un’occhiata, butta nel contenitore più vicino un sacchetto d’immondizia, solo che inavvertitamente le cadono anche gli occhiali in quell’ammasso di “monnezza”.

Si guarda in giro smarrita, prova a infilare una mano nel cassonetto ma proprio non ce la fa, un moto di disgusto le impedisce questa semplicissima operazione.

Allora eccomi intervenire, le chiedo se è in difficoltà e cosa posso fare per lei.

Mi risponde che le sono scivolati gli occhiali nel cassonetto e che mi sarebbe molto riconoscente se glieli raccogliessi io.

Le chiedo quanto riconoscente e lei si dice disposta a una mancia… ma io sto osservando la sua bellissima pelliccia, morbida, calda e non resisto, voglio quella come ricompensa.

La signora, dopo un’iniziale resistenza, con un gesto elegante, se la toglie dalle spalle, me la consegna. Io prendo gli occhiali, che si erano incastrati tra un sacchetto di scarti di verdure e uno di residui di cibo che poi mi affretterò a recuperare per la mia cena, glieli consegno con estrema gentilezza e mi allontano.

Come dite? Non è andata così, e voi cosa ne sapete? La signora è stata costretta a cedere a quello che voi chiamate ricatto? Dite di averlo letto in un racconto di una certa Maria Rosaria Gelmini? Questa Rosaria aveva osservato tutto dal balcone di casa e, siccome si diletta di scrittura creativa, ci ha ricamato sopra un raccontino delizioso dove spiega molto bene che sono stata io a costringere la signora a darmi la sua pelliccia, usando la mia sola presenza ripugnante come strumento di persuasione, più convincente di un qualsiasi coltello: praticamente un furto!

Ma come vi permettete di mettere in dubbio le mie parole, solo perché sono una barbona e sono costretta a cercarmi da mangiare tra i rifiuti in questo quartiere di ricchi borghesi?

Cosa? La signora insieme a un poliziotto sta tornando verso di me? Ma cosa vuole! Il nostro è stato un semplice baratto, gli occhiali in cambio di una pelliccia!

«Dove hai preso questa pelliccia?», mi apostrofa in malo modo il poliziotto.

Comincio a capire che per me si mette male.

«È questa la pelliccia di cui mi ha parlato, signora?» La signora annuisce, il poliziotto non aspetta neanche la mia risposta, mi afferra per il bavero, mi toglie con modi bruschi la pelliccia dalle spalle.

«Questo è il corpo del reato, tu vieni con me, sei accusata di furto! In questura lei, signora, potrà sporgere denuncia contro questa donna, per ora la tratteniamo noi!», così dicendo mi spinge verso una camionetta ferma lì vicino, dove un suo collega sta seguendo annoiato la scena.

Ma io non ho intenzione di essere presa  in giro in questo modo, la pelliccia è mia, non ci penso proprio a restituirla, e certamente non voglio andare in prigione, io sono una donna libera, rinchiusa morirei.

Il poliziotto non si aspetta una mia reazione così veloce: con uno scatto felino, quanto improvviso, afferro la pelliccia e mi metto a correre, infilandomi nel boschetto lì vicino che mi permette di seminare i miei inseguitori.

Oriana, per favore, ora che non sono più in pericolo, racconta tu la mia storia!

Dimenticavo! Ovviamente per sicurezza mi sono spostata in un’altra zona.

Meglio non rischiare!

 

Come dite? Maria Rosaria Gelmini rivendica la paternità del suo personaggio?

Si dice paternità, anche se la rivendicazione viene da una donna? Si dovrebbe dire maternità!

Anche il linguaggio è sessista.

Dicevate? Sì, la paternità. Certo il personaggio è suo, io gli ho dato ancora un po’ di respiro, l’ho fatto vivere in una seconda puntata. Vuol dire che, se necessario, pagherò i diritti d’autore a Rosaria, che del resto è mia amica.

Spero quindi di cavarmela con una cioccolata calda in questi giorni di gelo.