Sono trasparente

 

Sono trasparente e non perché abbia un carattere cristallino, ma proprio nel senso letterale del termine.

Non sono più visibile, e non dico per mio marito, cosa quasi fisiologica, ma per tutti. Sì, per tutti.

E questo mi ha sorpreso.

Sono sempre stata una bella ragazza, forse un po’ troppo formosa, ma con un sorriso affascinante. Ora sono trasparente: per la strada nessuno mi guarda più, neanche distrattamente. Ho letto che dovrebbe essere un sollievo liberarsi dagli sguardi della gente, e degli uomini in particolare, che  dovrebbe dare a noi donne quella libertà che dall’adolescenza abbiamo perso per  il desiderio di piacere che si sviluppa proprio in tale periodo e dal quale siamo dipendenti per tutta la vita.

E’ facile dire che è una libertà ritrovata! Pia illusione! Abbiamo cominciato da piccolissime a essere guardate con ammirazione e simpatia, a volte con affetto, all’inizio solo in famiglia, specie dal papà e, se si è fortunate, anche dalla mamma; si sa, le mamme sono sempre più critiche con le figlie femmine. Poi siamo state ammirate nell’ambito delle conoscenze familiari e personali. Ai complimenti ci si abitua facilmente.

Poi si cresce e gli sguardi degli uomini ci accompagnano, a volte ne possiamo fare a meno, a volte ci infastidiscono quando sono lascivi, a volte li cancelliamo per quel senso d’identità femminista che ci fa snobbare la loro approvazione, e arriviamo a dire che  noi esistiamo a prescindere dai maschi, che vogliamo essere belle per noi, per stare bene con noi stesse. Così dicono gli esperti in televisione, ma ciò non toglie che, sotto sotto, ci fa piacere.

Non deve essere necessariamente un complimento continuo, un ammiccamento volgare, basterebbe un sorriso al nostro entrare in un negozio, la gentilezza dei colleghi di lavoro, la disponibilità dell’impiegato di banca, insomma cose così, senza importanza, ma che sedimentano in noi e creano una base su cui poggiare gli approcci con il prossimo.

E poi l’ultima dieta che smagrisce il nostro viso rivelando una rovinosa caduta del profilo, i capelli bianchi che alcune di noi decidono, devo dire con estremo coraggio, di portare come bandiera di emancipazione e autonomia anche dagli ultimi stereotipi, un fisico appesantito e…eccoci trasparenti. 

Ora non ne voglio fare una tragedia, abbiamo imparato a fare a meno di tante cose, figuriamoci se non possiamo imparare a fare a meno della visibilità. Gli anni che passano ci avranno pure insegnato qualcosa! E se non l’abbiamo ancora imparato, possiamo incominciare oggi.

Impariamo, noi per prime, a saper guardare meglio, con occhi diversi, forse più disincantati ma più consapevoli, a vedere le cose veramente importanti, quelle che ci fanno bene al cuore e alla mente, riuscire a godere appieno del sorriso di un bambino, dell’affetto di un cucciolo, della bellezza di un libro, di un quadro, di un tramonto, di una carezza di una mano rugosa e stanca che lenisce con quel gesto un nostro dolore… e finalmente capiremo che sono queste le cose che più contano.