Senso unico

 

di Oriana Pagliarone

 

«Hai visto come è bello questo panorama? Si vede il sole che sorge sul mare! Non è magnifico?»

«Mmm»

«E hai visto quante cose buone per la prima colazione? C’è un buffet incredibile, puoi avere ogni cosa ti venga in mente! Vuoi che ti prenda qualcosa?»

«Mmm»

«Lo so che la mattina non fai mai colazione, ma qui non ci corre dietro nessuno, siamo venuti apposta in crociera per rilassarci un po’, non credi? Allora ti prendo qualcosa? Sì?»

«Mmm»

«Caro, lo prendo per un sì, ora vado, un caffè con un cornetto, tanto per cominciare, va bene?»

«Mmm»

Mi avvio con una certa ansia verso il buffet.

Certo, mio marito non è molto comunicativo, ma io non mi faccio smontare dalla sua indifferenza, so che è una maschera, lui mi vuol bene, solo che non è capace di dimostrarmelo.

Prendo il caffè e il cornetto e glielo porto su un piattino: «Eccomi qui, cornetto e caffè, ti piace farti viziare, vero?»

Vedo subito che ho dimenticato lo zucchero, anzi il dolcificante perché lui ci tiene alla linea: «Caro, ho dimenticato di zuccherare il caffè, ora te lo riporto, lo so che ti piace ben caldo e dolce, non ti preoccupare, arrivo subito»

«Mmm»

Lo so, può sembrare che io sia troppo servizievole, ma lo conosco, se le cose non sono come vuole lui, si innervosisce e poi resta scombussolato tutta la giornata.Torno con un caffè fresco fatto, caldo caldo come piace a lui e soprattutto dolce dolce.

Nel frattempo mi prendo un cappuccino anche per me, tanto per cominciare.

Lo so, può sembrare che stia parlando solo io, ma lui sa comunicare: non lo sa fare solo con me.

Quando siamo in compagnia di altre persone, sa essere spiritoso, allegro, tutto diverso da quando restiamo soli, io e lui.

Racconta aneddoti, si impegna in discussioni interessanti, ascolta, ribatte, spiega il suo punto di vista, insomma è partecipativo e divertente.

Solo che quando restiamo soli, si spegne. Non capisco perché.

Forse non si sente molto bene, forse è depresso, forse non è a suo agio, forse sono stata egoista a portarlo qui, forse sono io che non so fare niente per lui.

A volte mi sembra di essere in un vicolo cieco: le mie parole creano una corrente che non riesce a trascinarlo, un fiume che non lo bagna, percorro una strada a senso unico.

Continuo ad andare avanti, non so fino a quando.

Mi sento sola: tutto quello che faccio, lo faccio solo io, lui resta immobile, non si scompone. Tutto a senso unico, ogni gentilezza, ogni carineria, ogni tentativo di alleggerire la tensione, sempre io, solo io.

Tutto a senso unico.

Ma io lo so che mi vuole bene, altrimenti non resterebbe con me. Certo che mi vuole bene, io faccio tutto per lui.

Tutto.

Sempre.

È sempre stato così, da quando ci siamo sposati.

Tutto a senso unico.

Accidenti, parlando tra me e me, non mi sono accorta che sono passati troppi minuti, lui si starà innervosendo senza il suo caffè; riempio velocemente una tazza con il mio cappuccino bollente e corro verso il nostro tavolino.

Ora la scena si svolge al rallentatore, mi sento sdoppiata, mi vedo correre, arrivare davanti a lui, sento ancora una volta il suo mugugno, questa volta mi sembra di avvertire nitidamente una inconfondibile nota di disprezzo: « Mmm»

Non so cosa mi stia prendendo, il corpo si muove da solo, non è il cervello a gestire i miei movimenti, è tutto scollegato.

Prendo la tazza del cappuccino e glielo verso addosso, sui suoi calzoncini corti, con un senso di sollievo inaspettato: «Aaahhh»

Finalmente un suono diverso dalla sua bocca!

Mai più una vita così.

Mai più a senso unico.