Per Letizia e per lenire un dolore

 

 

Oggi se n’è andata un’amica: Letizia era mia collega di corso nel liceo dove ho insegnato per tanti anni.

Sono andata al funerale, sapevo che avrei incontrato molti dei nostri ex alunni, ma non ero preparata all’impatto emotivo di tanti abbracci affettuosi.

Alunni, che non vedevo da tanto, mi stringevano come per dare e prendere coraggio per affrontare quel vuoto.

Uniti da un dolore stemperato da ricordi lieti, a volte buffi, sempre teneri. Tante storie s’intrecciavano, ricordi di scuola, ma anche spaccati di vita quotidiana, vite appena sfiorate.

Cerco tra i volti di questi uomini con i primi capelli bianchi i tratti dei ragazzi che sono stati. Mi affanno a ritrovare in loro i miei alunni di un tempo. Dietro quella ruga d'espressione sul viso di una donna ancora giovane, ma già un po’ segnata dalla vita, c’è la ragazza che ancora ricorda con apprensione l’interrogazione di matematica.

Sono stata un'insegnante severa ma appassionata del mio lavoro. Pensavo di essere stata stimata ma non troppo amata. Invece  mi hanno voluto bene. Forse non tutti e non sempre, ma l’affetto oggi lo sento intorno a me. Lo vedo nei sorrisi e negli occhi di quelli che ora sono donne e uomini con la loro vita fatta di tante cose, ma che davanti a me tornano gli alunni di un tempo, con i loro caratteri allegri, la loro esuberanza, estroversi o timidi, pronti ad imparare o recalcitranti, ma tutti con una grande voglia di mettersi alla prova. La vita ha regalato loro gioie, a volte dolori: li ha resi adulti.

Mi piace pensare che un piccolo contributo alla loro formazione l’abbia dato anch’io con il mio lavoro.

E Letizia, prima di volare via, ci ha regalato questo momento di tenerezza.

Grazie.