Mi fai un po’ di spesa?                       di Oriana Pagliarone

 

«Mi fai un po’ di spesa?»

Vi sarà sicuramente capitato di fare una simile richiesta al vostro compagno di vita, quando, oberate da mille cose da fare, provate a delegare a lui qualche incombenza, sperando di risolvere così velocemente, un piccolo problema.

Perché, diciamo la verità, fare la spesa, in fondo, non è impegnativo, come il vostro consorte cerca di farvi credere.

Eppure, quello che a voi sembra una cosa banale, prende immediatamente un significato tutto particolare:

«Non è detto che fare la spesa sia un’operazione semplice, occorrono  organizzazione, conoscenza degli alimenti, dei prezzi, tutta una serie di cose che tu sembri dimenticare! A te basta riempire il carrello! Ora ci penso io, non ti preoccupare!» Dopo quest’uscita di vostro marito siete già pentite della vostra richiesta, ma ormai è troppo tardi.

Arriverà a casa, dopo un’infinità di tempo, con buste e buste di cibo che voi normalmente non consumate, di una marca  molto conveniente, anche se sconosciuta e di dubbia qualità, quantità industriali di mele, solo perché sono in offerta speciale, cosa che vi costringerà a fare crostate di mele, mele al forno, strudel di mele, marmellata di mele e tutto quello che vi potete inventare con le mele , prima che vadano a male. Oppure un’orgia di tre per due! Non si può resistere a tutto quello che viene venduto con questa formula, anche se non ci serve, non lo usiamo, non sappiamo proprio cosa farne. Trappole a cui vostro marito  non fa caso, e in cui cade rovinosamente.

Per non parlare delle buste d’insalata, prelavata, asciugata, preparata, impacchettata,  con il condimento a parte in piccole bustine , con annessa anche la forchettina!

Questi alimenti costano dieci volte di più di una sana, semplice, onesta lattuga!

Ma come resistere alla praticità dell’insalata in busta, pronta da mangiare!

Come se tutti avessero sempre la necessità di consumare insalata, di corsa, in piedi, magari per strada!

Se poi i nostri mariti riescono a risparmiare qualche decina di centesimi su alcuni prodotto, il tutto viene vanificato dal numero di buste che sono costretti ad acquistare per portare a casa tutta questa spesa, avendo dimenticato la grossa busta per gli acquisti che noi donne ci portiamo sempre dietro quando andiamo per compere.

E se, invece che al supermercato, vostro marito si rivolge al fruttivendolo sotto casa, quella brava persona che a voi fa scegliere la verdura più fresca, senza protestare, non saprà resistere alla tentazione di trasgredire ad una legge non scritta che avete stipulato con lui: niente imbrogli, fiducia reciproca e  vedrete che il vostro compagno  tornerà con qualche melanzana ammaccata, qualche zucchina asfittica.

 Bisogna riconoscere che i fruttivendoli sono i primi femministi: ci riconoscono    l’ occhio allenato nel non permettere che venga inserito nel sacchetto un ortaggio non perfettamente fresco: subito lo scartiamo e protestiamo perché ci sia servita roba di prima qualità. Ma, se il fruttivendolo vede vostro marito e non voi, la tentazione di tradire la fiducia che riponiamo in lui è troppo forte e il vostro compagno vi porterà a casa frutta troppo acerba o troppo matura,  ortaggi vicini al collasso, verdure agonizzanti.

«E il latte?» chiederete, sperando che sia nell’ultimo sacchetto che state svuotando.

Non c’è! Ha dimenticato il latte!