La sindrome del cassetto aperto                di Oriana Pagliarone

 

Avevo deciso di non continuare più ad elencare i difetti di mio marito, volevo lasciarlo un poco in pace, ma ieri sono stata tirata per i capelli, da quello che osservo da un po’.

Ci sono cose che proprio un uomo non riesce a fare. Un esempio?

Chiudere i cassetti.

Cerca una cosa, apre un cassetto, prende l’oggetto che cercava e si allontana soddisfatto!

E il cassetto? Il cassetto resta aperto. Non chiuso male, proprio aperto!

Le prime volte ho pensato ad una distrazione, ma dopo giorni in cui si ripetevano le stesse cose, ho capito: non chiude i cassetti.

Non credo sia un’operazione così impegnativa da farlo dissuadere dal portarla a termine!

Pigrizia? Distrazione? Incapacità di concentrarsi sulle cose?

Forse a tutto questo c’è una spiegazione psicologica: lasciare un cassetto aperto è come lasciarsi uno spiraglio aperto, una finestra aperta, una via di fuga!

È il segnale di un desiderio di respirare un’aria diversa, fuori dagli schemi opprimenti che trova in casa? 

Mi sto invischiando in una spiegazione alquanto pericolosa: sono io la causa di questo desiderio di fuga? È l’inizio di una crisi?

Forse sarà meglio chiedere direttamente a lui il motivo di questi cassetti lasciati sfrontatamente aperti: «Mi fa male la schiena da qualche settimana, non volevo dirtelo, ma è questo il motivo per cui spesso lascio i cassetti aperti, mi fa male piegarmi, soprattutto quando i cassetti sono posizionati in basso» mi risponde un po’ avvilito per gli acciacchi che a volte lo colgono impreparato.

Ed io avevo scomodato Freud e la psicanalisi!

Superata la crisi familiare: ho comprato Voltaren gel 2% !