C’era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Rosso, perché aveva un mantello con il cappuccio rosso.
Lei odiava quel mantello e soprattutto odiava quel cappuccio rosso, l’avrebbe preferito verde e odiava il suo nome, voleva chiamarsi Giada dal cappuccio verde .
E noi la chiameremo Giada per farle piacere.
Ora Giada doveva andare dalla nonna e portarle un cesto con il pranzo: minestrina e formaggino.
La mamma di Giada aveva preparato con cura il cestino e aveva detto a Giada di fare presto ma di non attraversare il bosco perché era pericoloso.
Giada si incamminò fino al bivio: da una parte la strada più lunga ma sicura, dall’altra la scorciatoia che passava per il bosco.
E Giada dopo un secondo di riflessione, decise di attraversare il bosco.
Anche il suo papà passava nel bosco, era un cacciatore e cacciava per portare a casa la cena per la famiglia, ma il più delle volte si fermava a raccogliere le verdure dell’orto lì vicino, tanto che alla fine in famiglia stavano diventando tutti vegetariani, a via di mangiare verdure.
Ma il bosco nascondeva anche un’altra creatura, il lupo, che abitava lì e cercava anche lui qualcosa da mangiare.
Il lupo vide il cacciatore e si nascose per non essere scoperto, poi vide passare Giada e pensò di seguirla per trovare un nascondiglio più sicuro.
Giada raggiunse la casetta della nonna: «Toc toc, posso entrare? Sono Cappuccetto Rosso, sono venuta a portarti la cena», Giada sapeva che la nonna a quell’ora era sempre in casa a guardare la televisione.
«Entra , entra, nipotina mia, ma tu non ti volevi chiamare Giada? E allora, Giada, dimmi: che cosa mi hai portato?», disse la nonna, speranzosa di mangiare qualcosa di buono.
«Ecco minestrina e formaggino!», Giada era alquanto perplessa per quella cena alquanto misera.
«Minestrina e formaggino! Ma siamo impazziti, io non mangio quella roba, non sono malata e soprattutto non sono decrepita, ho tutti i denti, vedi?
«Che denti grandi che hai nonna!», Giada osservò con attenzione la dentatura della nonna.
«È per mangiare meglio!», e, così dicendo, la nonna prese il cellulare e telefonò alla pizzeria più vicina per farsi portare due belle margherite.
Dopo cena la nonna si mise due strane orecchie e subito Giada :« Nonna, che grandi orecchie che hai!
«È per sentirci meglio, bimba mia », e così dicendo, avvicinò quelle strane cose all’orecchio di Giada che sentì una bellissima musica molto ritmata.
«Vedi sono cuffie stereo per ballare la zumba ! Non sai che cos’è la zumba?»
«Veramente no, io conosco solo la zuppa, e non mi piace nemmeno», rispose Giada perplessa .
«La zumba è una ginnastica ma diventa quasi un ballo, vuoi vedere?
Ora metto un video sul computer e noi ripetiamo tutti i movimenti che vediamo sullo schermo, va bene?», riprese la nonna, gasatissima.
«Certo, nonna, non vedo l’ora».
La nonna mise il video e cominciò a ballare con Giada .
Il lupo stava sbirciando dalla finestra, vide le due “ragazze” ballare e gli venne voglia di unirsi a loro.
«Toc toc , posso entrare, vi ho visto ballare! Mi piacerebbe ballare con voi!»
«Chi sei ? Come ti chiami? Perché vuoi ballare con noi?», risposero diffidenti Giada e la nonna .
«Sono un lupo, un nome non ce l’ho, chiamatemi Lupo, e mi piace ballare»
«Ok, Lupo Lupo, entra e unisciti a noi e mi raccomando non sbagliare i passi se no ci rovini la coreografia!»
Lupo Lupo entrò e cominciò a dimenarsi come se avesse ballato sempre in tutta la sua vita.
Ma ecco avvicinarsi il cacciatore che sentendo quella musica pensò di entrare e dare un’occhiata alla nonna ballerina.
«Attento Lupo Lupo, sta entrando il mio papà che è un cacciatore, nasconditi nel letto della nonna e mettiti questo scialle sulla testa per non farti riconoscere. E tu, nonna, nasconditi nell’armadio e non ti muovere, altrimenti Lupo Lupo sarà in pericolo.», Giada si era già affezionata al suo nuovo amico.
«Ciao Giada, e tu nonna , come stai? Che state facendo? Come mai, nonna,sei a letto?Non ti senti bene?»
«Sono solo un po’ stanca, abbiamo ballato la zumba fino adesso!»
«Ma che mani grandi che hai»
«Ho appena fatto il manicure , bello il mio smalto vero?»
«E che orecchie grandi! »
«È la cuffia stereo per sentirci meglio!»
«E che piedi grandi!»
«E per ballare meglio! », Lupo Lupo non ce fece più e si mise a ballare per tutta la stanza.
«Ok basta! Mi hai scoperto! Non ce la faccio a restare nel letto, fermo, senza ballare.
Questa musica è troppo coinvolgente!»
«Ma tu sei un lupo!», esclamò il cacciatore, «cosa hai fatto alla nonna? L’hai mangiata? Ora ti devo uccidere!»
Ma ecco arrivare in soccorso del lupo Lupo, Giada e la nonna, subito uscita dal nascondiglio:
«No, babbo, non uccidere il lupo Lupo , la nonna è qui, stavamo ballando e ci stavamo divertendo!»
Giada era pronta a difendere il lupo Lupo con tutte le sue forze:
«Non puoi uccidere una creatura che ama la musica! Vedi ? il lupo Lupo è nostro amico e non ci farebbe mai del male e quindi non farne a lui!»
Il babbo si fermò perplesso, osservò la scena , vide la sua bimba e la nonna così pronte ad aiutare quell’animale che credeva feroce, guardò il lupo Lupo che cominciava a scodinzolare speranzoso ed un sorriso gli rischiarò il volto:
«Ok , ho capito, Lupo è un vostro amico, e allora anche io voglio essere suo amico» e così dicendo si mise a ballare insieme a Giada, alla nonna e al lupo Lupo che da quel momento diventò parte integrante della famiglia.
E da quel giorno Giada buttò via il suo cappuccio rosso, ne mise uno verde e da quel momento diventò Cappuccetto Verde , amica degli animali del bosco e di tutte le creature della terra.
Nonna Ory