Ascensore per il…Paradiso

Primo Premio Concorso Letterario “ Mario Salvi 2019”

“A volte percepiamo intorno a noi affetti invisibili

che ci proteggono e ci guidano”

 

«Non posso morire proprio adesso! Non ora! Sono appena diventato papà! Mio figlio ha solo quindici giorni! Mia moglie me l’ha portato proprio oggi per farmelo salutare. Lei è ancora qui, vicino a me con il bimbo che dorme nella carrozzina. Si è appisolata, è tutta la notte che mi veglia e ora è stata vinta dal sonno.

 Adesso mi alzo da questo letto, voglio prendere mio figlio tra le braccia.

Ecco! Com’è piccolo e che calore morbido, dolce, emana!

Mi avvio verso l’ascensore, un desiderio irrefrenabile mi spinge, entro, osservo i pulsanti: sono dieci. Decido di schiacciare l’ultimo.

Mentre salgo verso l’alto, sento che il corpicino che tengo tra le braccia si fa sempre più pesante. Non è più un neonato, ma un bambino di dieci anni, mio figlio: «Ma cosa fai, papà, non vedi come sono cresciuto, non puoi tenermi in braccio come un esserino appena nato, ora sono grande, sono il ragazzino che sarei diventato se tu avessi avuto il tempo di vedermi crescere.

Non ti spaventare, io posso farti vedere il futuro che un destino crudele ti ha negato.

Sono bravo, sia a scuola che a casa, sai? E non ti devi preoccupare, nessuno si è dimenticato di te. La tua mamma, la mia nonna, ti ha dedicato un premio letterario che si chiama proprio come te: Premio Letterario “Mario Salvi”.

Proprio oggi si premiano i racconti più belli. Vedi? Ci sono anch’io, faccio il presentatore e parliamo di te.

 Io non ti dimenticherò mai, anche se non ti ho conosciuto, tu sei il mio papà e sarai sempre nel mio cuore.

La nonna è brava sai? Racconta tante cose di te, tanti piccoli aneddoti, cose allegre e tristi, ma tutte servono a farmi sentire la tua presenza.

Dice che tu sei per lei una guida e si sente rincuorata dalla sensazione di non essere mai sola, di averti sempre vicino, come un angelo.

Anch’io, sai, ti sento accanto a me, e questo mi dà un senso di protezione che mi rassicura e mi rende fiducioso del futuro. So che vegli su di me e che mi aiuterai sempre in ogni momento della vita.

Spesso sentiamo le persone che non ci sono più così vicine a noi da sembrare reali. Questo ci aiuta a sopportare la loro assenza. È il ricordo che le rende vive ai nostri occhi. E lo saranno per sempre.

Forse sono questi gli angeli custodi di cui a volte si parla.»

Le sue parole mi sconvolgono. Ora so quale compito mi aspetta: «Caro figlio, io sarò sempre con te, ti proteggerò da ogni male, veglierò su di te. Non dovrai mai temere nulla, sarò io il tuo angelo custode. Per sempre.»

«Lo so papà, perciò non sono triste, il ricordo di te mi accompagnerà in ogni giorno della mia vita e mi darà la forza di affrontare ogni difficoltà.

Ma non sei curioso di sapere come sarò nel futuro?

Basta rientrare nell’ascensore e faremo un salto temporale di altri dieci anni.»

«Grazie, figlio, che grande regalo mi fai! Non so come tu ci sia riuscito, ma vederti ora a dieci anni è per me una gioia immensa! Come sei bello, e che parlantina hai, sei spigliato e divertente, proprio un ragazzo in gamba.

Sì, sono curioso di vederti a venti anni e poi a trenta e poi …e poi …»

Rientriamo in ascensore e saliamo altri dieci piani, e poi altri dieci, e ancora, ancora…

 

Ho visto il futuro di mio figlio, e so quale sarà il mio: sarò per lui una guida presente ma invisibile.

Ora sono felice, posso salire in ascensore per l’ultima volta.

So che non ci saranno più tappe intermedie.

Salgo, salgo, in alto, sempre di più. In Paradiso.